Where The Heart Is
Soft Cell
Copertina di Huw Feather
Nel 1982 i Soft Cell, duo composto da Marc Almond e David Ball, si trovano nel pieno della loro parabola creativa. L’album Where the Heart Is – pubblicato nel pieno dell’era Thatcher – rappresenta una riflessione aspra e disincantata sul mito della famiglia, sul consumo e sull’alienazione domestica, temi che Almond esplora con toni a metà tra ironia e dramma. La copertina, ideata da Huw Feather, abbandona le soluzioni grafiche tipiche della new wave per ricorrere a un’immagine pittorica dal forte valore simbolico: il ritratto di un bambino in abiti borghesi, con tratti impeccabili e quasi anacronistici. La scelta di questa immagine richiama i ritratti ufficiali di fine Ottocento o inizio Novecento, in cui la rappresentazione dell’infanzia nelle famiglie agiate aveva lo scopo di ribadire status e rispettabilità. In questo contesto, però, l’effetto è tutt’altro che rassicurante. L’espressione rigida, l’abito formale e l’ambientazione artificiosa trasformano il ritratto in un emblema dell’oppressione familiare e dell’ipocrisia sociale. L’infanzia, anziché apparire spontanea, diventa simbolo di una normalità imposta e forzata, un’immagine che dialoga direttamente con i testi disillusi di Marc Almond: il “cuore della casa” non è rifugio, ma gabbia borghese. Dal punto di vista stilistico, Feather inserisce il dipinto in un impianto grafico essenziale, lasciandolo dominare lo spazio: l’immagine diventa icona, manifesto. Questa scelta ribalta l’idea tradizionale di copertina pop come veicolo seduttivo, optando invece per un’immagine volutamente disturbante, che evoca il non detto, la tensione latente dietro la facciata familiare. Un aneddoto interessante è che Almond stesso approvò con entusiasmo l’uso del ritratto, ritenendolo perfettamente in linea con la poetica dei Soft Cell: musica come teatro delle ombre e specchio deformante della società. Il contrasto tra il titolo apparentemente rassicurante (Where the Heart Is) e l’immagine ambigua del bambino accentua la forza concettuale della copertina, rendendola una delle più enigmatiche e inquietanti della loro produzione.
