Spring, Summer, Autumn & Winter
Don Backy
Copertina di Don Backy
Contesto storico-musicale
Pubblicato nel 1984, Spring, Summer, Autumn & Winter arriva in una fase matura della carriera di Don Backy, quando l’autore toscano — dopo l’esperienza con la Clan Celentano e una lunga attività come cantautore, scrittore e pittore — sceglie di unire nuovamente musica e arte visiva in una sintesi personale. Gli anni Ottanta sono un periodo di forte trasformazione per la canzone d’autore italiana: la sperimentazione elettronica e i nuovi linguaggi pop dominano la scena, ma Don Backy continua a coltivare un approccio intimista, narrativo e simbolico, fedele a un’idea artigianale della canzone come racconto dell’esistenza. L’album, come suggerisce il titolo, è costruito attorno al tema del tempo ciclico, delle stagioni come metafora della vita e delle sue fasi emotive. La lingua inglese del titolo (inusuale per lui) suggerisce un respiro universale, quasi a voler rendere il messaggio più diretto e atemporale.
Analisi visiva
La copertina è divisa in quattro riquadri, ciascuno dedicato a una stagione.
Lo stile è pittorico e naïf, realizzato a mano dallo stesso Don Backy, con tratti semplici ma evocativi:
– in alto a sinistra (primavera): un giovane siede tra alberi verdi e un prato di papaveri rossi, mentre stormi di uccelli attraversano il cielo chiaro. È un’immagine di rinascita e vitalità.
– in alto a destra (estate): il paesaggio è in pieno rigoglio: foglie fitte, colori caldi, e una figura che guarda verso un cielo punteggiato di farfalle o fiori che si disperdono, simbolo di pienezza e leggerezza.
– in basso a sinistra (autunno): le foglie iniziano a cadere, i toni virano al bruno e all’ocra, e il cielo si popola di uccelli migratori: l’immagine si fa più malinconica, segno del declino e del passaggio.
– in basso a destra (inverno): un paesaggio spoglio, un albero nudo e una figura solitaria immersa nella neve o nella pioggia, resa con tratti minuti e silenziosi.
L’impianto compositivo, semplice ma equilibrato, evoca il ciclo naturale e umano, suggerendo continuità nella diversità. Le quattro immagini sono legate non solo dal tema stagionale, ma anche dalla presenza ricorrente della figura umana, che sembra attraversare la vita come il tempo attraversa la natura.
Lettura simbolica e culturale
La copertina può essere letta come una metafora esistenziale: le stagioni rappresentano le età della vita — infanzia, giovinezza, maturità e vecchiaia —, ma anche gli stati d’animo che accompagnano il passare del tempo.
Lo sguardo contemplativo delle figure suggerisce un atteggiamento di accettazione e di poesia quotidiana: il tempo scorre, ma ogni fase ha la propria bellezza.
L’uso del disegno manuale e del linguaggio visivo ingenuo rimanda alla purezza originaria dell’arte e alla dimensione autobiografica di Don Backy, che da sempre unisce la canzone, la scrittura e la pittura come espressioni dello stesso bisogno di raccontare l’uomo e la sua interiorità.
Aneddoti e curiosità
Don Backy ha dipinto le copertine di molti suoi dischi, considerandole parte integrante del racconto musicale.
Questa, in particolare, mostra la sua evoluzione come autore visivo: un linguaggio sintetico, narrativo e simbolico, che si colloca a metà tra illustrazione e pittura popolare.
L’idea delle “quattro stagioni” non è solo un tema ciclico, ma anche una dichiarazione poetica: il tempo come materiale artistico, da osservare e trascrivere con dolce malinconia.
Cenni sull’autore della copertina
Don Backy (pseudonimo di Aldo Caponi, nato a Santa Croce sull’Arno nel 1939) è una figura poliedrica della cultura italiana: cantante, autore, scrittore, pittore e attore.
Dopo gli esordi negli anni Sessanta con il Clan di Adriano Celentano, intraprende una carriera autonoma che lo porta a firmare brani memorabili come L’immensità, Canzone, Sognando, e a esplorare temi esistenziali e sociali con linguaggio diretto e poetico.
Parallelamente alla musica, coltiva la pittura e la scrittura, facendo dell’interdisciplinarità il cuore della sua ricerca. Spring, Summer, Autumn & Winter ne è un esempio maturo: un disco che unisce musica, poesia e immagine in un’unica, coerente visione artistica.
