Speaking In Tongues
Talking Heads
Copertina di Robert Rauschenberg
Uno degli incontri più affascinanti tra musica e arte visiva si concretizza nella collaborazione tra Robert Rauschenberg e i Talking Heads per la copertina dell’album “Speaking in Tongues”. Pubblicato nel 1983, il disco esce in due edizioni grafiche: una progettata da David Byrne, leader della band, e l’altra, in edizione limitata, firmata da Rauschenberg. Quest’ultima non è soltanto una copertina, ma un’autentica opera d’arte tridimensionale e interattiva. Il design si ispira a una precedente scultura di Rauschenberg intitolata “Revolver” (1967) e presenta un vinile trasparente e tre cerchi concentrici di colori ciano, magenta e giallo racchiusi in una confezione sottovuoto. Gli strati trasparenti contengono un collage di elementi grafici, tra cui un’auto distrutta, un cartellone pubblicitario autostradale e una camera da letto periferica. Testi sovrapposti completano il tutto, generando un effetto multidimensionale e dinamico che rende ogni interazione unica e personale. Questi cerchi possono essere ruotati indipendentemente l’uno dall’altro, permettendo agli ascoltatori di giocare con le immagini e creare combinazioni visive sempre nuove, in perfetta sintonia con la musica che accompagna l’esperienza. Tuttavia, realizzare questa copertina non fu un compito semplice. Per sigillare il vinile con il sottovuoto, la band si affidò a un’azienda specializzata nella confezione di hot dog, un processo che richiese molto tempo, causando ritardi nella pubblicazione del disco. Questo spinse Byrne a creare una seconda copertina alternativa con un dipinto astratto colorato in blu e giallo. L’edizione progettata da Rauschenberg fu prodotta in tiratura limitata, con circa mille copie in versione deluxe autografate sia da Rauschenberg che da Byrne e distribuite attraverso gallerie d’arte. Persino Andy Warhol acquistò una copia. Con questa creazione innovativa, Rauschenberg vinse il Grammy Award ridefinendo il concetto di packaging musicale: la semplice custodia diventò una vera estensione dell’esperienza artistica.

