Pyramid
The Alan Parsons Project
Copertina di Hipgnosis
Contesto storico-musicale Alla fine degli anni Settanta, il progetto di Alan Parsons e Eric Woolfson, The Alan Parsons Project, si è ormai affermato dopo il successo del debutto Tales of Mystery and Imagination (1976) e del successivo I Robot (1977). Con Pyramid (1978), il gruppo prosegue la sua ricerca di un rock raffinato e concettuale, dove la cura del suono e la struttura narrativa dei brani si fondono in modo armonico. Nel 1978 il rock progressive sta cambiando: le lunghe suite e i virtuosismi lasciano il posto a brani più brevi, melodici e narrativi, arricchiti da arrangiamenti orchestrali e da una produzione pulita e curata, capace di evocare atmosfere quasi cinematografiche.
Analisi visiva La copertina realizzata dallo studio Hipgnosis mostra in primo piano una figura maschile seduta sul letto, con la mano a coprire il volto in un gesto di turbamento o meditazione. Il corpo sembra dissolversi in una scia digitale azzurra, come se fosse attraversato o disgregato da un’onda luminosa o elettronica. L’ambiente è immerso in una luce calda e dorata, dominata da tonalità brune e ambrate che evocano una dimensione onirica o crepuscolare. Sul retro, la scena continua nella stessa stanza, ma la finestra aperta rivela il profilo di una piramide illuminata dalla luna. Sul tavolo, accanto a una lampada, si vedono libri, fotografie e un televisore acceso che riflette immagini indistinte, segni di un moderno spazio domestico contaminato da un altrove misterioso.
Lettura simbolica e culturale L’immagine combina il tema dell’antico e del moderno, dell’eterno e dell’effimero: la piramide, simbolo di immortalità e di conoscenza arcana, si contrappone al dissolversi digitale del corpo umano, metafora della perdita di identità nell’era tecnologica. Hipgnosis traduce visivamente la tensione che percorre l’intero album — tra ricerca del senso della vita e inevitabile decadenza — attraverso un linguaggio che mescola fotografia, manipolazione ottica e suggestioni surreali. L’effetto di “disintegrazione” visiva del soggetto sembra anticipare riflessioni contemporanee sulla virtualità e sulla smaterializzazione dell’immagine, mentre la piramide rimane come presenza enigmatica, antica e inaccessibile, simbolo del desiderio umano di superare i limiti del tempo.
Aneddoti e curiosità Il concept del disco nacque dopo che Alan Parsons visitò una mostra sul mistero delle piramidi egizie: l’idea di fondo era riflettere sulla vanità delle imprese umane, sulla ricerca dell’immortalità e sul fascino persistente dell’ignoto. Hipgnosis sfruttò un procedimento ottico sperimentale per creare l’effetto di distorsione dell’immagine, ottenuto fotografando la pellicola in fase di sviluppo attraverso filtri e specchi. L’interno della copertina del vinile contiene inoltre un’inquadratura della piramide vista da angolazioni differenti, rafforzando l’idea di un viaggio mentale e simbolico.
Cenni sull’autore della copertinaHipgnosis fu lo studio di design londinese fondato nel 1968 da Storm Thorgerson e Aubrey “Po” Powell. La loro estetica, basata su fotografia concettuale, manipolazione analogica e surrealismo visivo, rivoluzionò il linguaggio delle copertine rock tra anni Settanta e Ottanta. Autore di icone come The Dark Side of the Moon (Pink Floyd), Houses of the Holy (Led Zeppelin) e Wish You Were Here, Hipgnosis ha trasformato la copertina da semplice elemento grafico in un dispositivo narrativo e simbolico, capace di espandere il racconto sonoro del disco. Pyramid rappresenta una delle opere più eleganti e concettualmente coerenti con la poetica di Alan Parsons Project.





