Io vagabondo (che non sono altro) / Eterno

Autore copertina
Autore del disco
Anno pubblicazione
1972
Formato disco
EP 7"

Io vagabondo (che non sono altro) / Eterno

I Nomadi

Copertina di Augusto Daolio

Nel 1972 i Nomadi pubblicano l’EP Io vagabondo (che non sono altro) / Eterno, con una copertina firmata dal loro carismatico frontman Augusto Daolio, artista poliedrico che affiancava alla musica una costante attività pittorica e grafica. Il disco consacra Io vagabondo come inno generazionale: il brano, scritto da Alberto Salerno e Damiano Dattoli, diventa la colonna sonora di una giovinezza inquieta, ribelle e alla ricerca di autenticità. Il contesto in cui nasce è quello dei primi anni Settanta, quando il movimento “hippy” e le nuove istanze giovanili avevano reso il vagabondaggio un ideale di vita. Da un lato significava sottrarsi a una società percepita come ipocrita e incapace di dare risposte, dall’altro rappresentava il desiderio di cercare una strada che corrispondesse davvero a se stessi. Tuttavia, la forza del brano sta nel mostrare come non sia la fuga fine a sé stessa a dare risposte, ma un serio impegno con la realtà, con la vita: il viaggio diventa metafora di crescita, coraggio e costruzione identitaria. La copertina di Daolio traduce questo messaggio in immagini potenti e simboliche. A sinistra vediamo una gamba vestita di pantaloni a quadri e una scarpa logora, segno di precarietà e quotidianità terrena; a destra, invece, una gamba nuda e possente, con un piede alato che richiama le figure mitologiche di Hermes o l’iconografia angelica, simbolo di leggerezza, aspirazione e trascendenza. Sullo sfondo un paesaggio stilizzato, tra colline e nuvole, sospende la scena in una dimensione onirica. La firma “Augusto” in basso non è solo un dettaglio, ma una dichiarazione d’autore: il cantante rivendica il suo ruolo anche come creatore visivo dell’identità del gruppo. Il contrasto tra il piede piantato a terra e quello alato restituisce con immediatezza il senso del testo: il coraggio di staccarsi dal focolare familiare per affrontare l’incertezza di un nuovo viaggio, passo temuto ma necessario per crescere. È il ritratto di una generazione sospesa tra radici e desiderio di volo, tra bisogno di stabilità e spinta verso l’ignoto.

Aneddoti e curiosità
Io vagabondo divenne subito il brano-simbolo dei Nomadi, ma inizialmente non convinse tutti i discografici: fu proprio la band a credere nella forza del pezzo e a farne una delle loro bandiere. La canzone non partecipò mai al Festival di Sanremo – scelta coerente con l’anima indipendente e “contro” del gruppo, che diffidava dei meccanismi televisivi – ma conquistò ugualmente il pubblico, entrando nella memoria collettiva. Da allora, in ogni concerto, viene cantata all’unisono con il pubblico, trasformandosi in un vero e proprio rito condiviso.

Cenni sull’autore della copertina
Augusto Daolio, figura amatissima della musica italiana, fu non solo voce e leader dei Nomadi, ma anche pittore e illustratore di talento, capace di dare forma visiva a quel mondo poetico e idealista che la band rappresentava. La copertina di Io vagabondo resta una delle sue prove più emblematiche, testimonianza della sua sensibilità artistica e della capacità di trasformare la canzone in un racconto totale, dove musica, parole e immagine si fondono in un unico linguaggio.

Museum Hours

9:30–6:00, Monday Until 8:00

Museum Location

2270 S Real Camino Lake California