I Robot

Autore copertina
Autore del disco
Anno pubblicazione
1977
Formato disco
LP 12"

I Robot

The Alan Parsons Project

Copertina di Hipgnosis

Contesto storico-musicale Pubblicato nel 1977, I Robot è il secondo album del progetto fondato da Alan Parsons e Eric Woolfson, in un periodo in cui il progressive rock cercava nuove direzioni tra concept album e sperimentazioni elettroniche. Dopo Tales of Mystery and Imagination, dedicato a Edgar Allan Poe, Parsons si ispira qui alla narrativa di Isaac Asimov, affrontando i temi dell’automazione, dell’intelligenza artificiale e del libero arbitrio. L’album, raffinato e tecnologico anche nel suono, è fortemente dominato dal progressive rock con influenze dalla musica suol, funk e disco.

Analisi visiva La copertina, firmata dallo studio Hipgnosis, mostra un grande robot dalla testa trasparente, in cui fluttuano anelli colorati e forme geometriche sospese, evocando circuiti cerebrali e flussi energetici. La figura emerge in primo piano su uno sfondo architettonico moderno, composto da rampe e passerelle di vetro e acciaio: si tratta degli interni dell’aeroporto Charles de Gaulle di Parigi, simbolo di un’utopia tecnologica e razionale. Nelle gallerie trasparenti compaiono piccole figure umane che osservano o attraversano lo spazio, immerse in un ambiente freddo e impersonale. L’insieme è dominato da toni metallici,  mentre i riflessi colorati all’interno della testa del robot aggiungono una nota surreale e visionaria.

Lettura simbolica e culturale Il contrasto tra l’enorme figura artificiale e le minute presenze umane suggerisce il tema centrale dell’album: l’uomo come creatore e, al tempo stesso, vittima delle proprie macchine. Il robot, quasi un “nuovo dio” moderno, incarna la potenza dell’intelligenza costruita e il rischio dell’alienazione tecnologica. La scelta dell’aeroporto — luogo di transito, controllo e anonimato — amplifica l’idea di un futuro in cui la razionalità sostituisce l’esperienza emotiva. Gli elementi geometrici nella testa del robot possono essere letti come simboli della mente artificiale, ma anche come metafora dell’ordine e della complessità che caratterizzano tanto la tecnologia quanto la musica di Parsons. Hipgnosis trasforma così un tema di fantascienza in una rappresentazione estetica della modernità: fredda, affascinante e inquietante insieme.

Aneddoti e curiosità Il robot, creato da George Hardie,  fu ottenuto unendo fotografia e collage tridimensionale: una scultura modellata e poi rielaborata fotograficamente, inserita in una composizione reale. La location parigina fu scelta per le sue forme avveniristiche — progettate da Paul Andreu — che negli anni Settanta rappresentavano il paradigma dell’architettura del futuro. Alan Parsons dichiarò che l’immagine visiva ideata da Hipgnosis “sembrava letteralmente provenire dal mondo che la musica evocava”, fondendo arte e ingegneria come due aspetti di un’unica visione del progresso.

Cenni sull’autore della copertina Hipgnosis, studio di design britannico fondato da Storm Thorgerson e Aubrey Powell, ha ridefinito il concetto di copertina discografica trasformandolo in un linguaggio visivo autonomo. Conosciuto per le immagini simboliche e surreali, Hipgnosis ha firmato alcune delle copertine più iconiche degli anni Settanta. La loro cifra stilistica ha unito surrealismo, fotografia sperimentale e concetto narrativo: ogni immagine era pensata come un enigma visivo, capace di estendere il senso musicale del disco. I Robot è un esempio paradigmatico del loro approccio: un’immagine che sintetizza il rapporto tra arte, tecnologia e immaginazione in pieno spirito progressivo.

Museum Hours

9:30–6:00, Monday Until 8:00

Museum Location

2270 S Real Camino Lake California