Disraeli Gears

Autore del disco
Anno pubblicazione
1967
Formato disco
LP 12"

Disraeli Gears

Cream

Copertina di Martin Sharp / Robert Whitaker

Pubblicato nel novembre 1967, Disraeli Gears è il secondo album dei Cream, il supergruppo formato da Eric Clapton, Jack Bruce e Ginger Baker. L’album segna il passaggio dalla matrice blues rock del debutto a sonorità più psichedeliche, in sintonia con la rivoluzione culturale della Summer of Love. La copertina fu realizzata dall’artista australiano Martin Sharp, che viveva nello stesso edificio di Clapton, il Pheasantry di Chelsea. Sharp costruì un collage psichedelico partendo da una foto promozionale della band, ritagli di libri e immagini varie, dipinti con inchiostri fluorescenti. Il risultato è un tripudio di colori caldi – rosa, arancio, rosso – che avvolgono i volti dei musicisti come se emergessero da un universo vegetale e fantastico. Al centro campeggiano il titolo Disraeli Gears e, subito sotto, il nome della band, “Cream”, reso in lettere fluttuanti e alate. Sharp descrisse l’intento della copertina come il tentativo di “catturare quel suono caldo e fluorescente” dei Cream: un’energia elettrica tradotta in forme psichedeliche e cromie vibranti. La copertina diventa così non solo decorativa, ma una vera interpretazione visiva del suono, trasformando l’album in un’esperienza totale. Il retro, curato dal fotografo Bob Whitaker, mostra un collage fotografico della band in momenti diversi, con immagini scattate nel luglio del 1967 a Hyde Park a Londra e nelle Highlands scozzesi. Le foto documentano i rapidi cambiamenti di look dei tre musicisti: Clapton appare rasato e con acconciatura cotonata, mentre all’uscita del disco aveva già adottato capelli lisci e baffi, segno della velocità con cui mutavano mode e stili in quell’epoca. Fra gli elementi più enigmatici spicca l’occhio, ricorrente sul retro e parte integrante del linguaggio visivo dell’album. Negli anni Sessanta era un segno diffuso, usato come metafora della percezione ampliata e del “terzo occhio”, emblema di visione interiore e sguardo spirituale. Qui può essere letto anche come riflessione sulla cultura pop e sul ruolo dei media o, più ironicamente, come allusione al fatto che la band fosse costantemente osservata. Inserito in un linguaggio visivo che richiama Pop Art e Surrealismo (Magritte, Dalí), l’occhio crea un effetto onirico, destabilizzante e perturbante: un invito a guardare oltre la superficie, proprio come la musica dei Cream spingeva oltre i confini del rock tradizionale.

Curiosità e aneddoti:

Il titolo Disraeli Gears nacque per caso: un roadie della band, Mick Turner, confonde i “derailleur gears” (cambi di bicicletta) con “Disraeli Gears”, evocando ironicamente il nome dell’ex primo ministro britannico Benjamin Disraeli. La battuta piacque talmente da diventare il titolo dell’album. La copertina venne in seguito riutilizzata per la compilation Those Were the Days.
Martin Sharp collaborò con Clapton anche alla scrittura di brani come Tales of Brave Ulysses e Anyone for Tennis, dimostrando quanto il rapporto fra arte visiva e musica fosse fertile in quegli anni.

Martin Sharp (1942–2013), artista australiano tra i principali esponenti della pop art e della psichedelia visiva, divenne noto a Londra negli anni Sessanta grazie alla collaborazione con musicisti come i Cream. Oltre a Disraeli Gears, realizzò la copertina di Wheels of Fire (1968) e contribuì come autore di testi. La sua opera ha dato un linguaggio visivo ai suoni psichedelici, traducendo la musica in immagini incandescenti e visionarie.

Museum Hours

9:30–6:00, Monday Until 8:00

Museum Location

2270 S Real Camino Lake California