Black Moses

Autore copertina
Autore del disco
Anno pubblicazione
1971
Formato disco
LP 12"

Black Moses

Isaac Hayes

Copertina di Joel Brodsky

Il Profeta Soul

Contesto storico-musicale Pubblicato nel 1971 su etichetta Stax, Black Moses segue di pochi mesi il trionfo della colonna sonora di Shaft e consacra Isaac Hayes come profeta della soul music orchestrale. In quel periodo Stax, casa discografica simbolo della musica nera americana, cercava di ridefinire la propria identità dopo la rottura con la Atlantic Records. Hayes divenne il perno della rinascita dell’etichetta, incarnando un nuovo modello di artista: autore, arrangiatore e performer capace di unire spiritualità, erotismo e impegno politico. Il titolo dell’album riprende un soprannome nato in casa Stax e reso celebre dal giornalista Chester Higgins: «Mosè nero», emblema di emancipazione e fierezza afroamericana. In un’America attraversata dalle lotte per i diritti civili, Hayes divenne un simbolo della rivendicazione culturale e identitaria black, trasformando la sua musica in un veicolo di orgoglio e di riscatto. Dopo iniziali resistenze, egli stesso adottò con convinzione questa immagine, che lo elevava a guida spirituale e culturale della comunità afroamericana.

Analisi visiva La copertina, realizzata dal celebre ritrattista Joel Brodsky, include un inserto: un gatefold a quattro lati che si apre formando un poster a forma di croce, con una fotografia di Hayes sul fronte e una sul retro. Sul fronte del poster, l’artista è ritratto in abiti di ispirazione biblica—tunica, occhiali scuri, braccia spalancate—come un Mosè moderno che guida il suo popolo. Sul retro invece l’immagine cambia: nella parte alta del crocifisso, c’è una foto di Hayes a dorso nudo, a mezzo busto, con le mani giunte e protese in avanti verso lo spettatore; al collo sfoggia vistose collane d’oro, presagio estetico di quella ricchezza ostentata che diventerà cifra stilistica dell’hip-hop e del rap delle generazioni successive. Sui lati destro e sinistro, così come nella parte inferiore del crocifisso, compaiono simboli biblici—le tavole della Bibbia—che amplificano il tono liturgico e militante dell’opera.

Lettura simbolica e culturale Black Moses è molto più di un doppio LP: è un manifesto culturale e spirituale. Il suo packaging, a metà fra poster devozionale, reliquiario pop e dichiarazione politica, intreccia musica, religione e orgoglio black, attestando il ruolo centrale dell’immagine nella costruzione dell’icona Isaac Hayes.

Aneddoti e curiosità Il progetto, uno dei più audaci della grafica discografica degli anni ’70, fu concepito all’interno della stessa Stax dal direttore marketing Larry Shaw insieme al creativo Ron Gordon (Bar-Kays). La scelta di un formato così inusuale rispondeva all’esigenza di trasformare il disco in un oggetto di culto, capace di comunicare il carisma di Hayes ben oltre il contenuto musicale.

Cenni sull’autore della copertina Joel Brodsky, fotografo newyorkese (1939-2007),  ha lasciato un segno profondo nell’immaginario visivo del rock e della soul music. Brodsky iniziò la sua carriera negli anni ’60 e divenne celebre per aver immortalato alcuni dei volti più iconici della musica, tra cui i Doors (la celebre foto del Young Lion Jim Morrison). La sua cifra stilistica univa intensità psicologica e forza simbolica, rendendo ogni ritratto un vero e proprio statement visivo. Nel caso di Black Moses, Brodsky riuscì a fondere dimensione sacrale e contemporaneità, rafforzando l’aura mitica di Isaac Hayes e anticipando quella centralità dell’immagine che negli anni ’70 avrebbe trasformato molti artisti in figure iconiche della cultura popolare.

Museum Hours

9:30–6:00, Monday Until 8:00

Museum Location

2270 S Real Camino Lake California