America Good-Bye
Alberto Radius
Copertina di Luciano Tallarini, Mirko E. Giardini
Contesto storico-musicale Alla fine degli anni ’70, Alberto Radius – già chitarrista della Formula 3 e collaboratore stretto di Lucio Battisti – intraprende un percorso da solista che unisce rock, cantautorato e suggestioni internazionali. America Good-Bye esce nel 1979, in un momento di forte fermento musicale: la disco music è al suo apice, il progressive italiano sta declinando e nuove sonorità più elettroniche cominciano a emergere. Radius interpreta questo clima con un disco che mescola chitarre elettriche e testi dalla vena riflessiva, in cui affiora una certa disillusione verso il “sogno americano”.
Analisi visiva La copertina, firmata da Luciano Tallarini, mostra un volto maschile dai tratti intensi e dalla chioma riccia – un chiaro rimando allo stesso Radius – che solleva una maschera raffigurante la bandiera americana. Il gesto, reso con uno stile pittorico realistico ma dai toni quasi onirici, crea un contrasto immediato: dietro la patina simbolica della bandiera, emerge un volto umano, diretto e disincantato. I colori sono vividi, con il blu della camicia che richiama l’azzurro della bandiera, mentre il rosso e il bianco delle strisce spezzano la composizione con forza visiva. Un aspetto cruciale del progetto è la sua realizzazione multistrato: la bandiera americana è stampata su di una sovraccoperta trasparente, sollevando o spostando questa velina, si ripete il gesto rappresentato nell’immagine, svelando così il volto sottostante. L’opera non è quindi solo un’immagine, ma un oggetto interattivo, che richiede la partecipazione dell’osservatore.
Lettura simbolica e culturale La scelta di usare la bandiera come maschera suggerisce una critica alla rappresentazione mitizzata dell’America, che negli anni ’70 esercitava ancora un grande fascino culturale e musicale sull’Italia. Radius sembra “strappare” la superficie ideale per rivelare una verità più complessa, quasi a dire addio a un’illusione. L’interattività della copertina rafforza questo messaggio: lo spettatore diventa parte del gesto di smascheramento. L’uso della velina trasparente è un raro esempio di design concettuale applicato alla discografia italiana.
Aneddoti e curiosità America Good-Bye segna una tappa significativa della carriera solista di Radius, alternata alle collaborazioni con grandi nomi della scena italiana. La copertina interattiva di Tallarini si inserisce tra le sperimentazioni più originali del packaging discografico italiano degli anni ’70, avvicinandosi agli standard innovativi delle etichette anglosassoni. America Good-Bye è anche il disco che inaugura il leggendario Studio Radius, la sala d’incisione che diventerà uno dei poli creativi più importanti della musica italiana dei primi anni ’80. Da questo studio nasceranno album fondamentali come Alice (omonimo), L’Era del Cinghiale Bianco, Patriots e La Voce del Padrone di Franco Battiato, Energie di Giuni Russo e Poco Zucchero di Faust’o. In molti di questi progetti Radius sarà coinvolto come turnista, arrangiatore, co-autore o produttore, testimoniando un percorso artistico di rara versatilità e continuità.
Cenni sull’autore della copertina Luciano Tallarini (1936–2017) è stato uno dei più influenti art director e grafici italiani in ambito discografico. Legato alla CGD e alla RCA, ha curato centinaia di copertine dagli anni ’60 agli anni ’80, lavorando con artisti come Mina, Lucio Battisti, Ornella Vanoni e Adriano Celentano. Il suo stile univa gusto pittorico, fotografia e grafica concettuale, contribuendo a costruire un immaginario visivo fortemente legato alla musica italiana. La copertina multistrato di America Good-Bye ne testimonia l’inventiva e la capacità di trasformare il vinile in un vero oggetto d’arte.





