Aladdin Sane
David Bowie
Copertina realizzata da Brian Duffy (fotografia), Celia Philo (direzione artistica), Pierre LaRoche (make-up), Philip Castle (aerografo)
Pubblicato nel 1973, Aladdin Sane rappresenta un momento di svolta nell’evoluzione artistica di David Bowie. Reduce dal successo di Ziggy Stardust, Bowie incarna qui un personaggio più complesso e lacerato, proiettato verso un’estetica americana, decadente e ambigua. Il titolo stesso – un gioco di parole su “A lad insane” – suggerisce una mente divisa, instabile, e anticipa i temi dell’album: alienazione, violenza, desiderio, identità fratturata. L’artista, da sempre maestro di metamorfosi, fonde in questo lavoro musica, teatro, moda e arti visive, elevando il rock a forma d’arte totale. I brani alternano il glam rock elettrico a divagazioni jazzate, accompagnati da testi visionari che parlano di città distopiche, ambiguità sessuale, personaggi perduti. La copertina, tra le più iconiche nella storia della musica, fu ideata dal fotografo Brian Duffy, con la direzione artistica di Celia Philo. Bowie è raffigurato a dorso nudo, con i capelli rosso acceso, gli occhi chiusi e un’espressione malinconica. Il trucco venne realizzato da Pierre LaRoche, autore del celebre fulmine rosso e blu che taglia diagonalmente il volto, diventato simbolo di un’identità scissa. Philip Castle intervenne con l’aerografo per aggiungere l’effetto metallico sulla pelle e per realizzare la lacrima sulla clavicola, un dettaglio suggerito da Duffy, che aggiunge una nota di fragilità teatrale. L’immagine, ottenuta con una stampa in bianco sovraesposta, elimina ogni ombra e trasforma Bowie in una figura disincarnata e ultraterrena. Questa copertina non è solo un ritratto, ma una dichiarazione d’intenti: incarna perfettamente la duplicità di Aladdin Sane, e al tempo stesso l’essenza di Bowie, artista sfuggente, icona pop, spettro emozionale in perenne trasformazione.
