Journal For Plague Lovers
Manic Street Preachers
Copertina di Jenny Saville
“Journal for Plague Lovers” è il nono album in studio del gruppo rock gallese Manic Street Preachers, pubblicato nel 2009. Si tratta di un lavoro particolarmente significativo per la band, poiché tutti i testi delle canzoni sono stati scritti da Richey Edwards, membro della band scomparso misteriosamente nel 1995 e dichiarato ufficialmente morto nel 2008, appena un anno prima dell’uscita del disco. Figura enigmatica ed emblematica del panorama rock contemporaneo, Richey Edwards incarnava un’intelligenza ribelle e provocatoria, una vita vissuta al limite tra autodistruzione e creatività, contraddistinta da lotte personali tra alcolismo, anoressia e un rapporto ossessivo con l’autolesionismo, che hanno contribuito a costruirne il mito e l’aura di mistero. Alla sua uscita, “Journal for Plague Lovers” ha suscitato grande interesse non solo per il valore musicale, ma anche per la controversa copertina realizzata dall’artista Jenny Saville. Saville, figura di spicco della pittura figurativa contemporanea, membro del collettivo YBAs (Young British Artists) è nota per il suo stile iperrealista e provocatorio. I suoi dipinti, spesso ispirati ai grandi maestri del passato come Michelangelo, affrontano con intensità i temi legati alla corporeità e all’identità con un’intensità potente e talvolta brutale, spingendo lo spettatore a riflettere sul significato del corpo e sull’ossessione contemporanea per la bellezza estetica. Per L’artwork della copertina del disco la Saville ha scelto un suo dipinto del 2005 intitolato “Stare”. Si tratta del ritratto di un bambino con espressione sofferente, con il volto segnato da un angioma enfatizzato da pennellate che evocano ferite. L’immagine, viscerale e cruda, pone l’accento sull’impatto psicologico che un semplice difetto estetico può avere sugli adolescenti, influenzando negativamente la loro autostima e ostacolando il loro processo di inclusione sociale. La scelta di questa immagine come copertina dell’album non è stata esente da critiche e controversie. Al momento del lancio del disco, la catena di supermercati britannica Tesco ha deciso di non metterlo in vendita nei propri punti vendita. La motivazione addotta era che l’immagine proposta avrebbe potuto risultare disturbante per alcuni clienti. Questa scelta ha generato un vivace dibattito, stimolando riflessioni sul delicato equilibrio tra libertà artistica e i limiti della rappresentazione nel contesto delle produzioni culturali appartenenti al panorama mainstream. L’episodio ha messo in evidenza il delicato equilibrio tra il ruolo provocatorio dell’arte e le aspettative del pubblico, ponendo l’accento sul rapporto tra l’espressione creativa e le convenzioni sociali. Provocare dialogo, stimolare riflessioni e generare emozioni profonde. In questo risiede la forza rivoluzionaria dell’arte, il dibattito è ciò che la rende potente.
