Beck Ola
The Jeff Beck Group
Copertina di René Magritte
Il disco e il contesto storico-musicale
“Beck-Ola” è il secondo e ultimo album del Jeff Beck Group, pubblicato nel 1969. Il 1969 fu un anno cruciale per lo sviluppo dell’Hard Rock e del nascente Heavy Metal. L’album si colloca subito dopo il loro debutto, “Truth” (1968), ed è contemporaneo alle uscite di band fondamentali come i Led Zeppelin e i Cream. Il gruppo è considerato una vera e propria “superband” con Jeff Beck, Rod Stewart, Ron Wood, Tony Newman e Nicky Hopkins come membri.
Il disco, caratterizzato da un Hard Blues-Rock potente e grezzo, con l’eccezionale chitarra di Beck e la voce carismatica di Stewart, è considerato un album cruciale nel genere che all’epoca veniva chiamato “Superblues” o “Heavy Blues”, fungendo da ponte verso l’Heavy Metal moderno, grazie all’uso di volumi alti e riff potenti.
Analisi visiva e lettura simbolica
La copertina di “Beck-Ola” presenta un’immagine potente e surreale, che è una riproduzione del celebre dipinto “La Chambre d’Écoute” (“La Stanza d’Ascolto”, 1958) dell’artista belga René Magritte.
Al centro della scena vi è una singola, enorme mela verde (colore verde-giallo, con una gradazione di ombra sul lato destro), che riempie quasi interamente lo spazio di una stanza chiusa. La mela è sproporzionatamente grande rispetto all’ambiente circostante. La stanza è rappresentata in modo realistico, con pareti in muratura e un pavimento ben definito. Sulla sinistra si intravede un’apertura arcuata (forse una finestra o una porta) che dà su un paesaggio esterno, dove si distinguono cielo e mare o un orizzonte aperto, contrastando con l’interno claustrofobico. La luce sembra provenire dall’esterno e illumina la mela frontalmente, creando un forte contrasto tra luce e ombra sulla sua superficie levigata.
In alto, l’immagine è sovrastata dal nome dell’album, “Beck-Ola” con a sinistra in piccolo il logo dell’etichetta discografica.
L’opera di Magritte è un classico esempio del Surrealismo, che mira a mettere in discussione la realtà e la percezione attraverso accostamenti inattesi e la trasformazione di oggetti comuni in qualcosa di sorprendente.
La mela, un oggetto quotidiano, viene ingrandita a tal punto da occludere lo spazio, rendendo la stanza inutilizzabile e soffocante. Questo crea un senso di assurdità e mette in discussione le nozioni di scala e logica. Simbolicamente, potrebbe alludere a come un elemento, un’idea o una forza – la musica heavy del disco – possa diventare così prepotente da dominare e trasformare l’ambiente circostante, quasi soffocandolo.
La finestra che rivela il mondo esterno (libero e aperto) in contrasto con la stanza bloccata dalla mela, suggerisce un conflitto tra la realtà interiore/personale e il mondo esterno/collettivo.
Dato il titolo originale dell’opera (“La Stanza d’Ascolto”), nel contesto di un album musicale, l’immagine può alludere al suono (o alla musica di Beck-Ola, descritta come “heavy”) che – in termini surrealistici – allude al tentativo di rendere il suono materia visibile.
Aneddoti e curiosità
“Beck-Ola” è un gioco di parole, una storpiatura del nome del noto marchio di jukebox statunitense, Rock-Ola.
L’utilizzo di un dipinto di Magritte non fu un caso. Gli artisti rock di quel periodo spesso attingevano all’arte d’avanguardia per riflettere la loro audacia e il loro desiderio di rompere gli schemi. L’immagine di Magritte si adattava perfettamente all’idea di un impatto forte e inaspettato (proprio come il suono del disco).
Jeff Beck nelle note di copertina scrisse: “al giorno d’oggi è difficile uscirsene con qualcosa di davvero originale, quindi non l’abbiamo fatto. In ogni caso, questo LP è composto soprattutto di roba heavy. Perciò sedetevi, ascoltatelo, e decidete se vi va di fare spazio ad una cosa del genere.” È probabile che Jeff Beck si sia sentito in dovere di fornire una giustificazione anche per la scelta della copertina, anticipando le critiche relative alla “non originalità” dell’utilizzo di un’opera d’arte esistente.
Cenni sull’autore della copertina
René Magritte (1898-1967) è stato un pittore belga, una delle figure più importanti e influenti del Surrealismo.
A differenza di altri surrealisti, Magritte non si concentrava sull’automatismo o sui sogni distorti, ma sulla tensione tra l’immagine e la realtà, sulla logica del visibile e sul linguaggio.
Le sue opere sono note per il loro stile pulito, realistico e quasi fotografico, utilizzato per presentare situazioni paradossali e oggetti decontestualizzati.
Capolavori come “Il Tradimento delle Immagini” (con la pipa e la scritta “Ceci n’est pas une pipe”) e “L’Impero delle Luci” giocano con la percezione, il linguaggio e la realtà quotidiana.
La sua arte conobbe una popolarità diffusa negli anni ’60 e ’70 e influenzò profondamente la cultura popolare, inclusa la musica (ad esempio, molte copertine realizzate da Hipgnosis spesso si ispiravano a Magritte).




