Back To The Old School
Just – Ice
Copertina di Gemini and Gnome
“Back to the Old School” è il primo album del rapper Just-Ice, pubblicato nel 1986 con la produzione del celebre Kurtis Mantronik. Just-Ice è considerato uno dei precursori dell’old school rap ed ha lasciato un segno indelebile nella scena musicale degli anni ’80. Ex buttafuori nei locali punk, era caratterizzato da un’energia cruda e genuina che lo distingueva da tutti gli altri artisti. Originario di Ft. Greene, Brooklyn, si impose rapidamente grazie al suo stile unico e alla sua carismatica presenza scenica. Con il suo fisico muscoloso, i vistosi tatuaggi e la dentatura d’oro, Just-Ice si presentava come una figura dall’aspetto aggressivo, quasi una versione musicale di Mike Tyson. Fu uno dei primi MC di New York ad abbracciare il gangsta rap, distinguendosi per l’approccio lirico che raramente ricorreva a un linguaggio volgare. Nel 1987, la sua carriera subì un duro colpo a causa di un episodio controverso: fu arrestato a Washington D.C. con l’accusa di coinvolgimento nell’omicidio di uno spacciatore. Anche se non venne mai formalmente incriminato, il caso attirò un’enorme attenzione mediatica; il “Washington Post” titolava: “Murder, Drugs, and the Rap Star”. Questo episodio contribuì ulteriormente a consolidare la sua immagine di figura controversa e ribelle nel panorama musicale. Successivamente, alimentò la propria fama prendendo posizione contro la scena go-go di Washington e attaccando duramente i Run-DMC, all’epoca il gruppo hip-hop più influente di New York. Gli atteggiamenti provocatori e conflittuali non fecero che rafforzare la sua reputazione, rendendolo un precursore delle rivalità e delle faide che avrebbero segnato quel mondo negli anni successivi. Pubblicato nel 1986 dall’etichetta indipendente di New York Fresh/Sleeping Bag, “Back to the Old School” si distingueva nel panorama rap dell’epoca grazie a rime veloci e incisive, al beatbox umano di Cool DMX e alla produzione inconfondibile di Kurtis Mantronik, mente creativa dei Mantronix. Il risultato fu un suono innovativo che infranse gli schemi e conquistò l’attenzione di un pubblico sempre più vasto. Questo disco rappresenta una pietra miliare nella storia dell’Hip-Hop, combinando elementi di Rap e R&B in un mix innovativo che contribuisce a definire l’identità sonora di quegli anni. La copertina è stata creata dai fratelli di Brooklyn Gnome & Gemini, noti artisti graffitari e fondatori del crew CWK. Il collettivo CWK era ampiamente riconosciuto nella cultura hip-hop degli anni ’80 per i graffiti sui vagoni della metropolitana, sulle facciate urbane e per le cover di numerosi dischi. La copertina è un’esplosione di stile e personalità, che emana pura energia e funge da manifesto visivo dell’età d’oro dell’hip-hop. Nell’illustrazione compaiono, da sinistra verso destra, Just-Ice, ritratto con il suo stereo portatile Buster in una posa sicura e carismatica, i denti d’oro scintillanti come simbolo di stile e ribellione; accanto a lui, Latoya, l’affascinante figura immaginaria protagonista della traccia numero 4; poi Cool DMX, il beatbox umano, e infine Kurtis Mantronik con la sua mitica drum machine Roland TR-909. Lo sfondo stilizzato, ma ricco di dettagli vibranti, include graffiti che dominano le scale della scuola e persino la cassetta postale, conferendo vita e autenticità allo scenario. Il lettering richiede un’attenzione particolare: il nome del rapper e il titolo dell’album, realizzati con caratteri bianchi di grande impatto, sembrano quasi scolpiti per emergere con forza dalla composizione visiva, trasmettendo un messaggio potente e inequivocabile. Lo stile richiama direttamente i flyer delle feste rap di quegli anni, in cui la grafica non era meramente decorativa, ma un vero strumento capace di catturare l’attenzione nei vivaci e frenetici scorci urbani della Grande Mela. In questa immagine si respira l’essenza di un’epoca che ha segnato profondamente il panorama musicale e culturale. Ogni dettaglio trasporta lo spettatore nel cuore pulsante della New York anni ’80. Gemini e Gnome non si sono limitati a creare cover iconiche, ma hanno contribuito in modo decisivo a definire l’identità visiva di un intero movimento elevandolo a fenomeno culturale, capace di narrare storie e veicolare emozioni attraverso immagini cariche di significato. Il loro lavoro è molto più che semplice arte visiva; è un manifesto che celebra l’essenza ribelle e genuina della cultura di strada.
