Beauty

Autore copertina
Autore del disco
Anno pubblicazione
1989
Formato disco
LP 12"

Beauty

Ryuichi Sakamoto

Copertina di Albert Watson

Il disco e contesto storico-musicale
Alla fine degli anni Ottanta, Ryuichi Sakamoto è già una figura di culto e di enorme prestigio internazionale. Pioniere della scena elettronica grazie al lavoro con Yellow Magic Orchestra, ha cementato la sua fama vincendo l’Oscar nel 1988 per la colonna sonora de L’Ultimo Imperatore. Sakamoto si distingue come un musicista singolare, capace di muoversi con raffinata eleganza tra generi distanti come il pop sofisticato, l’avanguardia, la world music e il minimalismo.
L’uscita dell’album Beauty avviene in un momento in cui il pop internazionale inizia a sperimentare con l’elettronica, le influenze globali e un immaginario cosmopolita. Sakamoto interpreta questa tendenza mettendo in dialogo la tradizione giapponese, ritmi latini, sonorità africane, ambientazioni elettroniche e orchestrazioni di stampo cinematografico. Il risultato è un album che rappresenta un vero e proprio manifesto di ibridazione culturale colta, la cui copertina—come l’album stesso— sfida i confini estetici e geografici.

Analisi visiva e  lettura simbolica
La copertina dell’album, una fotografia intima e priva di decorazioni vistose realizzata da Albert Watson, si distingue nettamente dalla grafica pop eccessiva e colorata tipica degli anni Ottanta. In netto contrasto con la confusione visiva dell’epoca, Beauty punta sulla semplicità, sull’essenziale e sulla profondità.
L’immagine è un ritratto ravvicinato di Ryuichi Sakamoto, colto a occhi chiusi, il volto lievemente inclinato all’indietro e la testa ruotata di tre quarti. L’inquadratura taglia spalle e petto, lasciando il corpo quasi dissolto nell’ombra. La foto è estremamente scura, con un’illuminazione radente che modella il viso attraverso riflessi caldi e bronzati. Senza alcun elemento di sfondo o scenografia, il nero avvolge Sakamoto e si confonde con i suoi capelli e il busto, facendolo sembrare emergere da una sorta di vuoto. Questo fondo assoluto concentra lo sguardo unicamente sul volto, trasformandolo in un luogo interiore più che in un semplice ritratto. La luce, morbida ma incisiva, scivola sul profilo del naso, sugli zigomi, sulle palpebre chiuse e sulle labbra, restituendo una tattilità quasi scultorea. L’effetto complessivo è quello di una statua che affiora dal buio, un busto classico rivisitato in chiave fotografica. La pelle appare calda e ambrata: è un’umanità sensuale ma allo stesso tempo distante e assorta. Il busto, nudo o apparentemente tale, affiora appena dalla penombra, suggerendo vulnerabilità e naturalezza, ma anche un’universalità del corpo “primo”, spogliato di costumi e maschere. Gli occhi chiusi e la totale assenza di posa “da star” rimandano a un ascolto interiore e a una dimensione meditativa. Non c’è un contatto diretto con l’osservatore: Sakamoto è colto nel momento in cui è completamente immerso nella musica o in un pensiero profondo. La lieve inclinazione del capo e il respiro che sembra sospeso suggeriscono un’attesa, una sospensione del tempo. La copertina visualizza così il messaggio del titolo: la “bellezza” non è esteriore o decorativa, ma un’esperienza interiore, un atto di raccoglimento e fusione tra corpo e mente.
Il titolo Beauty associato a un ritratto così concentrato, sobrio e meditativo, rompe con gli stereotipi glamour e spettacolari del decennio. Qui la bellezza è silenziosa, quasi ascetica, e allo stesso tempo carnale. È un’estetica che tiene insieme oriente e occidente: la calma contemplativa tipica di un immaginario giapponese, e la forza plastica e drammatica del ritratto occidentale. Il volto di Sakamoto, sospeso tra luce e buio, tra presenza e dissolvenza, diviene una figura liminale – proprio come la sua musica, ponte fra culture e generi. L’immagine, quasi monocroma e priva di elementi riconoscibili dell’epoca, risulta sorprendentemente atemporale, rinforzando la vocazione del disco a una “bellezza” non contingente, che prova a scavalcare le mode del momento.

Aneddoti e curiosità
Beauty si distingue come uno degli album in cui Sakamoto spinge al massimo il dialogo fra le culture, grazie anche alla partecipazione di numerosi ospiti internazionali che spaziano dalla world music al pop occidentale. La copertina, con la sua estetica raffinata, anticipa in qualche modo questo carattere cosmopolita, posizionandosi più vicina al ritratto d’arte che alla grafica rock tradizionale. 
La carriera di Albert Watso è segnata da ritratti che definiscono un’epoca: dagli esordi non convenzionali, come la celebre e provocatoria foto di Alfred Hitchcock con un’oca spennata realizzata per Harper’s Bazaar nel 1973—un successo sorprendente visto che all’epoca Watson non era ancora un fotografo di celebrità—fino a opere iconiche e dense di significato come il ritratto di Steve Jobs del 2006.

Cenni sull’autore della copertina
Albert Watson (1942) è un fotografo scozzese naturalizzato statunitense, considerato uno dei grandi maestri della fotografia di moda e di ritratto del secondo Novecento. Sebbene cieco da un occhio fin dalla nascita, ha sviluppato fin dagli anni ’70 uno stile inconfondibile, caratterizzato da un uso magistrale della luce, dalla forza grafica delle composizioni e da una forte attenzione alla psicologia dei soggetti.
Ha firmato centinaia di copertine per riviste come Vogue, Harper’s Bazaar e Rolling Stone e ha realizzato ritratti iconici di star del cinema, della musica e dell’arte. Nella fotografia di Watson il ritratto non è mai solo rappresentazione: è indagine, costruzione di un personaggio, spesso con una tensione quasi cinematografica.
La sua importanza per la storia dell’immagine contemporanea è duplice:
– nel campo della moda e dell’editoria ha contribuito a ridefinire il linguaggio del glamour, rendendolo più scultoreo, drammatico, talvolta enigmatico, lontano dalla mera seduzione patinata.
– nel rapporto con la musica e il ritratto di celebrità molte sue immagini sono diventate vere e proprie icone culturali, capaci di fissare in un singolo scatto l’identità pubblica di un artista.
Nel caso di Beauty, Watson applica il suo sguardo a Sakamoto mettendo da parte qualsiasi spettacolarizzazione e concentrandosi su una dimensione quasi spirituale del ritratto. Così la cover diventa un’estensione visiva perfetta della musica: raffinata, complessa, emozionale ma controllata, sospesa tra minimalismo e intensità.

Museum Hours

9:30–6:00, Monday Until 8:00

Museum Location

2270 S Real Camino Lake California