Lizard
King Crimson
Copertina di Gini Barris
La copertina di Lizard, terzo album dei King Crimson, è un esempio straordinario di come immagine e suono possano fondersi in un’unica visione artistica.
Firmata dall’illustratrice britannica Gini Barris, allora agli inizi del suo percorso creativo, la copertina si ispira all’estetica dei manoscritti medievali miniati, tradotta in un linguaggio visivo che fonde allegoria, satira e immaginazione. Formatasi alla Central School of Art and Design di Londra — una delle scuole più sperimentali e prestigiose dell’epoca — Barris coltivava una passione per le miniature storiche, i codici gotici e le decorazioni ornamentali, che proprio in Lizard trovano una sorprendente applicazione contemporanea. La collaborazione con i King Crimson fu uno dei suoi primi incarichi professionali: un lavoro visionario e meticoloso che lasciò un segno indelebile nella storia della grafica musicale. Il progetto nacque da un’intuizione di Peter Sinfield, autore dei testi e principale artefice del concept, che affidò a Barris l’interpretazione grafica dell’album: il titolo rappresentato attraverso lettere ornate, ciascuna trasformata in microcosmi narrativi. La copertina si apre a dittico, le parole “King” (sul retro) e “Crimson” (sul fronte) si compongono di lettere istoriate, ognuna contenente scene che illustrano i brani dell’album. La parte sinistra, “King”, si concentra sulla suite che dà il titolo all’album, evocando il mondo immaginifico del Principe Rupert, i paesaggi visionari e le battaglie simboliche che attraversano l’intera composizione. Le lettere fungono da vetrate narrative, popolate da pavoni, cavalieri e creature fantastiche. La parola “Crimson”, invece, riflette i temi delle prime quattro tracce, e adotta un tono più eterogeneo: accanto a figure medievali appaiono elementi della cultura pop e contemporanea. In una lettera compaiono i Beatles, rappresentati in forma caricaturale in allusione al brano Happy Family, che ne rielabora ironicamente la dissoluzione; altrove si scorge Rupert the Bear a bordo di un biplano, e in un’altra scena un trittico composto da Peter Gabriel, Ginger Baker e Jimi Hendrix — presenze simboliche che rafforzano l’intertestualità visiva del progetto. All’interno, i testi dei brani e i crediti sono stampati su un elegante sfondo marmorizzato, realizzato da Koraz Wallpapers, piccola impresa artigianale diretta all’epoca dal compagno di Barris, a sottolineare il carattere intimo e collaborativo dell’intero lavoro. Musicalmente, Lizard rappresenta una delle vette sperimentali dei King Crimson: un’opera colta e stratificata, dove rock, jazz, barocco e avanguardia si fondono in una narrazione sonora densa e visionaria. La suite che chiude l’album, impreziosita dalla voce di Jon Anderson degli Yes, è considerata uno dei momenti più audaci dell’intera discografia crimsoniana. Con Lizard, i King Crimson realizzano un’esperienza sinestetica completa, dove la copertina non si limita ad accompagnare l’album, ma ne diventa parte integrante, svelando — attraverso miniature, simboli e citazioni — l’immaginario enigmatico e ricchissimo che lo anima.

