Ok Computer
Radiohead
Copertina di Stanley Donwood
Contesto storico-musicale
Pubblicato nel 1997, OK Computer segna una svolta decisiva nella carriera dei Radiohead, introducendo un linguaggio musicale più sperimentale e concettuale rispetto ai lavori precedenti. L’album riflette il disagio dell’epoca digitale nascente e la disumanizzazione della società tecnologica di fine millennio.
Nel 2017, in occasione del ventennale, la band pubblicò la ristampa OKNOTOK 1997 2017, arricchita da brani inediti e nuovi materiali visivi. Questa edizione non solo celebra l’album originale, ma ne riafferma la straordinaria attualità, estendendo il discorso sulla memoria, la percezione e il tempo digitale.
Analisi visiva
La copertina di OK Computer, ideata da Stanley Donwood insieme a Thom Yorke (sotto lo pseudonimo Dr. Tchock), è costruita come un collage di pittura, fotografia e manipolazione digitale, dominato da una tavolozza fredda di bianchi, azzurri e grigi.
Al centro si staglia un intricato incrocio autostradale, ripreso dall’alto: un paesaggio artificiale che sembra oscillare tra mappa geografica e schema elettronico. Le strade si fondono e si sdoppiano, diventando metafora visiva dei circuiti di comunicazione e del traffico di dati.
Sulla destra, un riquadro blu con una X nera – ripetuto più volte anche all’interno del gatefold – introduce una nota disturbante: accanto a esso si distinguono piccole figure umane in miniatura e un muso d’aereo reso in forma schematica. La composizione rimanda direttamente al brano Lucky (“Pull me out of the plane crash”) e alla cultura delle istruzioni di sicurezza, suggerendo il pericolo imminente e la fragilità della condizione umana in un sistema tecnologico.
In alto a destra, la scritta “Lost Child” e alcune tracce astratte evocano interferenze digitali o glitch visivi, come se l’immagine stessa fosse un file corrotto. Mentre a sinistra compare la scritta OKNOTOK 1997 2017, che indica appunto che questa copertina è la ristampa celebrativa del ventennale.
L’interno del gatefold amplifica ulteriormente la sensazione di spaesamento:
– a sinistra, una famiglia stilizzata avanza in uno spazio neutro, come in un’illustrazione di manuale tecnico, un cerchio rosso si sovrappone a immagini confuse, ricordando un segnale di allerta.
– a destra, una casa suburbana e una vettura blu con bersagli numerati e diciture come “DOUBLE INSULATED”, che richiamano la segnaletica industriale.
Il linguaggio visivo fonde così estetica simboli informatici e suggestioni pittoriche, creando un paesaggio iperreale e disumanizzato, coerente con il senso di alienazione espresso dall’album.
Lettura simbolica e culturale
Visivamente e concettualmente, OK Computer è una riflessione sulla crisi dell’identità nell’era digitale.
Le autostrade e i circuiti stradali rappresentano il flusso ininterrotto di dati e comunicazioni, mentre le figure ridotte o sfocate rimandano alla progressiva perdita di riconoscibilità dell’essere umano nel mondo automatizzato.
Il luogo reale scelto da Donwood — l’incrocio autostradale di Hartford, Connecticut — diventa simbolo del nodo globale della modernità, un punto di convergenza dove la circolazione fisica e quella informatica coincidono, ma dove l’individuo scompare.
L’interno del disco trasforma i simboli della sicurezza borghese — casa, automobile, famiglia — in icone vulnerabili, isolate o sorvegliate, come se la modernità stessa fosse un esperimento fallito. Le scritte e i segni tecnici parlano un linguaggio meccanico che sostituisce quello umano, creando un sistema visivo autonomo che comunica senza più bisogno di soggetti.
In questo universo di segnali e protocolli, l’uomo diventa “l’elemento di disturbo”: una presenza fragile, destinata a interferire con la logica del sistema.
L’estetica di Donwood e Yorke anticipa così le paure del XXI secolo — la sorveglianza, la perdita di privacy, la smaterializzazione dell’identità — e traduce in immagini la sensazione di disconnessione che attraversa l’album.
OK Computer si configura come un affresco post-umano, dove arte e tecnologia dialogano nella consapevolezza della loro reciproca contaminazione. La copertina non illustra semplicemente la musica, ma ne espande il significato, restituendo visivamente la tensione tra empatia e controllo, emozione e automatismo, che definisce l’intera poetica dei Radiohead.
Aneddoti e curiosità
Stanley Donwood e Thom Yorke lavorarono alle grafiche in uno studio improvvisato a Oxford, utilizzando fotocopie, pittura acrilica, scanner e collage digitali per creare un’estetica volutamente imperfetta, simile a un sistema visivo “in cortocircuito”.
La strada al centro della copertina esiste realmente: è il punto in cui si incontrano due autostrade a Hartford, nel Connecticut.
Il titolo OK Computer deriva da un frammento della serie animata Looney Tunes e venne scelto per la sua ambiguità: un comando rassicurante e inquietante allo stesso tempo.
Cenni sull’autore della copertina
Stanley Donwood (nome d’arte di Dan Rickwood, nato nel 1968) è un artista e illustratore britannico, celebre per la sua collaborazione con i Radiohead a partire da The Bends (1994).
Il suo linguaggio unisce disegno manuale, collage, testi e interventi digitali, con una costante riflessione sui paesaggi urbani e sui segni della comunicazione contemporanea. Donwood concepisce l’immagine come parte integrante dell’opera musicale, non semplice complemento grafico.
Le sue copertine rappresentano uno dei corpus più coerenti e concettualmente forti della grafica musicale contemporanea.





