Selling England By The Pound
Genesis
Selling England by the Pound è il quinto album in studio dei Genesis. Pubblicato nell’ottobre del 1973, questo album è considerato un autentico capolavoro dove il gruppo riesce a raggiungere un perfetto equilibrio tra il prog rock delle produzioni precedenti e l’inclinazione più pop che contraddistinguerà i lavori futuri. Il titolo, “vendesi Inghilterra un tanto al chilo”, trae ispirazione da uno slogan del Partito Laburista, mettendo in risalto la “svendita” del paese per motivi economici e finanziari. In questo periodo, Peter Gabriel avendo affinato la sua abilità vocale e la sua capacità di scrittura, crea testi suggestivi e ricchi di immaginazione. Le canzoni tessono insieme storie di storia, religione e contemporaneità, dipingendo un affresco della Gran Bretagna in declino economico, politico e morale. La copertina dell’album è un’opera di Betty Swanwick, intitolata The Dream. Questa è la prima cover dei Genesis a non essere creata da Paul Whitehead, per così dire licenziato, dopo i commenti negativi sull’illustrazione dell’album Foxtrot. Peter Gabriel ha descritto Swanwick come una vivace Miss Marple del pennello, sagace e ironica. Nota anche per i suoi manifesti per il trasporto londinese tra gli anni ‘30 e ‘50, Swanwick ha adattato per questo album, non potendo creare un artwork in breve tempo, un suo dipinto già esposto alla Royal Academy di Londra. L’opera è stata modificata su richiesta di Peter Gabriel con l’aggiunta di un tosaerba. Questo elemento fa riferimento alla canzone “I Know What I Like”, che affronta il tema dell’ossessione britannica per le apparenze, simboleggiata dal prato del giardino che deve essere sempre perfetta. La scena raffigurata in copertina mostra un uomo dalla pelle verdastra, con abiti semplici, forse un senza dimora, addormentato su una panchina. Una tazza per l’elemosina è poggiata sotto la panchina, mentre ai lati si trovano un forcone ed il tosaerba. Una donna con un ombrellino parasole pare chinarsi verso di lui, nel tentativo di svegliarlo. Sullo sfondo, due file di alberi formano un corridoio animato da figure umane verdastre che discutono accanitamente, forse proprio dell’uomo addormentato, l’unico “spettacolo” presente in quella scena. L’immagine, tutt’altro che semplice da decifrare al primo sguardo, scatena la sensazione che stia per accadere qualcosa di significativo, quasi che sotto i nostri occhi stiano fiorendo racconti enigmatici e vibranti, come in un sogno. Questa iconografia è perfettamente amalgamata allo spirito narrativo dell’album.
